In Italia, il trend del fotovoltaico continua. E se i numeri sono promettenti, è nel 2024 che si assisterà ad un vero e proprio boom, anche grazie agli incentivi che variano al variare della potenza e del territorio in cui l’immobile è sito.
Nel primo trimestre del 2023, gli impianti funzionanti sono aumentati dell’8,4% e la potenza di picco installata del 9,1%, rispetto all’ultimo trimestre del 2022. Al 31 marzo, gli impianti fotovoltaici erano 1.329.000; al 30 giugno, 1.425.569. In quanto alla potenza di picco, la potenza complessiva nel nostro Paese supera i 27GW: il 49% è concentrato nel settore industriale dedito alla produzione di energia elettrica, il 21% è installato su edifici residenziali, il 20% alimenta attività del terziario, il 10% riguarda il campo agricolo. Il 68% degli impianti fotovoltaici è installato su tetti e coperture, il 32% a terra.
Nel panorama sempre più cruciale dell’energia sostenibile, dunque, i pannelli fotovoltaici si ergono come protagonisti indiscussi nella trasformazione del nostro modo di produrre e consumare energia. Oggi più che mai, la transizione verso fonti rinnovabili rappresenta una risposta essenziale alle sfide ambientali ed energetiche del nostro tempo. I pannelli fotovoltaici, con la loro capacità di convertire l’energia solare in elettricità pulita, giocano un ruolo centrale in questo scenario di cambiamento.
Vediamo, nel dettaglio, come possono i nuovi incentivi essere d’aiuto a chi vuole installare un impianto fotovoltaico nel 2024, pensati con un intento ambientale (promozione dell’energia da fonti rinnovabili) e sociale (aiutare concretamente le famiglie in difficoltà nel pagare le bollette energetiche).
Sottolineiamo che le misure sotto riportate sono aggiornate alla data di pubblicazione del presente articolo, ma tutto è in continuo aggiornamento.
Pannelli fotovoltaici, gli incentivi 2024 in ambito residenziale
Nel 2024, resta attivo l’Ecobonus.
Come anche negli anni precedenti, è possibile detrarre il 50% di quanto speso per l’installazione di un impianto fotovoltaico (con o senza sistema d’accumulo). L’installazione deve essere effettuata entro il 31 dicembre 2024, e la detrazione (in dieci anni) può essere chiesta su un importo massimo di 96mila euro, comprendente anche gli altri interventi annoverabili nell’Ecobonus.
Per accedere agli incentivi è necessario:
- pagare con bonifico parlante, che includa la causale con l’indicazione della normativa di riferimento e il codice fiscale del beneficiario;
- presentare la dichiarazione di un tecnico abilitato, che attesti che il rispetto delle normative riguardanti l’intervento;
- essere in possesso dell’APE (Attestato di Prestazione Energetica);
- inviare la scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori, allegando copia dell’APE e della scheda descrittiva dell’intervento.
Inoltre, per gli interventi che prevedono l’acquisto e installazione di impianti fotovoltaici (con o senza sistema d’accumulo) e pompe di calore, il contribuente può beneficiare di un’aliquota IVA ridotta dal 22% al 10%.
Bonus Fotovoltaico 2024
La novità più importante per il 2024 è però l’istituzione del Fondo Nazionale Reddito Energetico da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, già pubblicato in Gazzetta, che dà accesso al Bonus Fotovoltaico 2024.
In particolare, i fondi per il 2024 e il 2025 sono così ripartiti ogni singolo anno:
- 80 milioni per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
- 20 milioni per le altre Regioni o province autonome.
Possono far richiesta di fondi per l’installazione dei pannelli fotovoltaici i nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro (a 30.000 in caso di 4 o più figli).
L’impianto dovrà avere una potenza compresa tra 3 e 6 kWh, ed essere installato da una ditta abilitata. Una quota dell’energia prodotta deve essere autoconsumata, ed è necessario sottoscrivere una polizza multi-rischi e un contratto di manutenzione e monitoraggio delle performance per almeno dieci anni.
Le modalità per accedere al bonus verranno comunicate entro 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta, attraverso un decreto ad hoc.
In aggiunta, ci sono le agevolazioni a livello regionale. La Basilicata, ad esempio, permette di ottenere un bonus di 5.000 euro impianti uguali o superiori ai 3kW, che arrivano a 7.500 euro in caso vi sia anche la pompa di calore, e a 10.000 euro se l’intervento riguarda le parti comuni di un condominio. Il Friuli-Venezia Giulia mette a disposizione 3.000 euro di incentivo per kW, fino a un massimo di 18.000 euro, e 1.130 euro per kW di capacità di accumulo della batteria (fino a un massimo di 5.424 euro). Il bonus, che prevede la restituzione del 40% di quanto speso, è cumulabile con l’Ecobonus.
Fondamentale è dunque consultare la normativa della propria Regione, per valutare l’esistenza di eventuali Bonus, i requisiti d’accesso e le modalità di presentazione della domanda.
Bonus per fotovoltaico 2024: il decreto CER
In questi giorni si parla molto del Decreto CER (Comunità di Energia Rinnovabile), finalmente pubblicato, che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il 6 dicembre scorso. Per essere completo, tuttavia, servono ancora i regolamenti attuativi specifici di riferimento, attesi entro 30 giorni dal decreto da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) e su proposta del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Il Decreto prevede due strade per promuovere lo sviluppo delle CER:
- un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rivolto alle comunità con impianti a fonti rinnovabili, anche abbinati a sistemi di accumulo di energia, realizzati nei Comuni sotto i 5.000 abitanti, per uno sviluppo complessivo di due gigawatt;
- una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale.
Gli impianti dovranno essere installati entro il 31 dicembre 2027, e la potenza finanziabile non può superare i 5 Gigawatt.
Pannelli fotovoltaici, gli incentivi 2024 in ambito aziendale
Per le imprese, invece, vanno segnalati specifiche agevolazioni:
- nuova Legge Sabatini Green: tale incentivo è indirizzato principalmente alle PMI, con particolare attenzione a quelle attive in settori ad elevato consumo energetico. L’obiettivo infatti è quello di favorire il rinnovamento degli impianti di climatizzazione e l’installazione di impianti fotovoltaici di notevoli dimensioni;
- piano di Transizione 5.0 si orienta verso la conversione da un modello di sviluppo lineare ancorato ai combustibili fossili a un paradigma circolare basato su fonti rinnovabili. Questo piano prevede crediti d’imposta per le aziende che decidono di investire in determinate attività nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Le imprese possono beneficiare di crediti d’imposta per: l’acquisto di beni necessari all’autoproduzione e all’autoconsumo da fonti rinnovabili; di beni strumentali, siano essi materiali o immateriali, in linea con la tecnologia 4.0.; spese relative alla formazione del personale, finalizzate all’acquisizione di competenze inerenti alla transizione verde;
- zona Economica Speciale (ZES) unica: costituisce un elemento essenziale della strategia di sviluppo per il Mezzogiorno, proponendo misure mirate a stimolare gli imprenditori e i proprietari di imprese del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale a investire nelle energie rinnovabili. L’incentivo è focalizzato principalmente su coloro che intendono modernizzare le proprie strutture attraverso l’acquisizione e la messa in opera di nuovi impianti fotovoltaici, nonché l’aggiornamento di quelli già esistenti e per l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle loro coperture.
Per usufruire dell’incentivo, è necessario essere un imprenditore agricolo, oppure un’impresa agroindustriale con apposito codice ATECO o un’impresa agricola. Inoltre è necessario:
- essere debitamente costituiti e registrati come operatori attivi presso il Registro delle Imprese;
- godere pienamente e liberamente dei propri diritti, possedendo la capacità di stipulare contratti con la pubblica amministrazione, e non essere soggetti a sanzioni che comportino l’interdizione o altri divieti relativi alla contrattazione con enti pubblici;
- non avere amministratori o rappresentanti che, anche solo per negligenza, abbiano formulato dichiarazioni mendaci in grado di influenzare le decisioni delle Pubbliche Amministrazioni riguardo alla concessione di contributi o sovvenzioni pubbliche;
- mantenere una situazione contributiva regolare, come attestato dal Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC);
- non essere coinvolti in procedure concorsuali o trovarsi in condizioni di fallimento, liquidazione coatta o volontaria, amministrazione controllata, concordato preventivo o situazioni analoghe;
- non essere oggetto di un procedimento di recupero pendente a causa di una precedente decisione della Commissione europea che dichiara un aiuto illegale e incompatibile con il mercato interno;
- essere in regola con il rimborso di importi dovuti in relazione a revoca di agevolazioni concesse dal MASAF;
- non essere stati soggetti, nei tre anni precedenti alla presentazione della domanda, a revoca totale di agevolazioni concesse dal MASAF, ad eccezione di quelle derivanti da rinunce volontarie;
- non trovarsi in condizioni che li qualifichino come imprese in difficoltà, come definito all’articolo 2, punto 18, del Regolamento GBER.
Gli impianti fotovoltaici devono avere una potenza complessiva di 6 – 1000 kWp, montare solo componenti principali nuovi, ed essere installati sulle coperture di edifici preesistenti funzionali allo svolgimento dell’attività agricola.
Le imprese operanti nel settore della trasformazione di prodotti agricoli, per impianti fotovoltaici con una potenza compresa tra 6 kWp e 200 kWp, l’incentivo coprirà l’80% della spesa. Nel caso di impianti con una potenza compresa tra 200 kWp e 500 kWp, l’incentivo sarà pari al 65% delle spese ammissibili, mentre per quelli compresi tra 500 kWp e 1000 kWp, la quota massima sarà del 50%.
Le imprese attive nella trasformazione di prodotti agricoli in settori non agricoli potranno coprire con l’incentivo il 30% delle spese ammissibili, cui vengono applicate alcune maggiorazioni: + 20% per le piccole imprese, +10% per le medie imprese +15% per gli investimenti effettuati in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Per le imprese del settore della produzione agricola primaria che superano i limiti di autoconsumo o di autoconsumo condiviso, la sovvenzione può coprire il 30% delle spese ammissibili (+20% per le piccole imprese, +10% per le medie imprese, +15% per gli investimenti effettuati Regioni sopracitate).
La spesa ammissibile non può superare i 1.500.000 euro.
Responsabile Marketing
Amo le nuove idee e sono sempre alla ricerca di nuove strategie comunicative per non smettere mai imparare, del resto, “per essere bravi nel marketing bisogna essere un pochino pazzi” (Jim Metcalf).